la sua terra vulcanica
Ad eccezione di Capri, tutte le isole del golfo di Napoli, e quindi anche Ischia, sono di origine e di natura vulcanica; anche se i vulcani di Ischia sono oramai spenti da più di 700 anni.
L'ultima eruzione del Monte Epomeo infatti avvenne nel 1302, mentre il Vesuvio è stato attivo fino a cinquant'anni fa circa.
Ma anche se i vulcani sono in fase di riposo, i loro fenomeni postvulcanici sono ugualmente di grande importanza.
Sono essi infatti che riscaldano la sabbia ai Maronti e che alimentano le numerose sorgenti e terme.
Sotto la superfice dunque l'isola "continua a vivere".
Guardandosi attentamente intorno con l'occhio del geologo, è possibile riconoscere ancora i vulcani di un tempo; l'esperto è in grado di contarne non meno di cinquanta.
Uno di essi si erge sopra al porto, e l'Arso, il quale dette con la sua ultima eruzione nel 1301 il nome al paese di Fiaiano che significa piccola fiamma.
Più a valle la lava nera ha ricoperto tutto il suolo, i borboni fecero piantare nel XIX secolo numerosi pini: la bellissima pineta che sorge oggi fra Porto e ponte dove quindi la sua origine a questo vulcano.
lo stesso vale per il porto. Quando sia stato turbolento il passato geologico di Ischia, lo si deduce dal fatto che nel bacino del porto un tempo sorgeva una città. Ma nel sesto secolo A.C. come riferisce Plinio il vecchio, la città fu sommersa, e al suo posto si formò un lago, dal quale poi derivò l'attuale porto.
Più di cento anni fa un altro terremoto colpì Casamicciola distruggendola.
Ma per il turista di oggi ha importanza soltanto la forza curativa che si sprigiona dal suo interno per mezzo delle acque termali, come forse anche il tufo, nato dall'attività vulcanica, favoriscela crescita di un altro terroso "liquido" dell'isola: il vino.
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