Giardini Ravino nascono cinque anni fa dal coraggio di trasformare in realtà un sogno “coltivato” a lungo. Giuseppe D'Ambra, marittimo di lungo corso e grande appassionato di piante grasse (cactacee, succulente) e palme, ritornava dai suoi viaggi intorno al mondo con borse piene di talee e semi di piante particolari, uniche in Italia ed Europa. Il clima mite dell'isola d'Ischia e l'esposizione ad ovest di Villa Ravino hanno reso possibile la crescita e la riproduzione di queste piante, uniche per genere e dimensione.
Un capitale enorme che, con grande dedizione e sacrificio, la famiglia D'Ambra ha voluto rendere fruibile a tutti. Con la regia del padre, anhce la nuova generazione, forti di una passione quasi ‘genetica', nata e cresciuta con loro, hanno creato un giardino botanico aperto al pubblico; una iniziativa che per molti versi può sembrare inusuale, ma che proprio per la sua particolarità è sembrata vincente.
Una sfida entusiasmante alla cui base, sono state effettuate serie considerazioni di sostenibilità economica ed ambientale; l'isola d'Ischia è oggi una delle mete turistiche più frequentate d'Italia, con una potenzialità che la vede concorrere con località europee di fama mondiale.
Solo i dati ufficiali, che non possono tenere conto delle decine di realtà non dichiarate, attestano presenze intorno ai sei milioni l'anno nell'arco di sette, otto mesi tra marzo ed ottobre; l'incremento costante di tale dato fa sì che l'attività ricettiva costituisca il fulcro dell'economia isolana. Purtroppo la maggioranza dell'imprenditoria locale ha ritenuto opportuno investire nell'ampliamento delle strutture (molto spesso in violazione delle norme urbanistiche) piuttosto che nella conservazione dell'ambiente sfigurando, conseguentemente, l'immagine di Ischia come Isola Verde e ‘paradiso per le vacanze'.
L'iniziativa della Azienda Ravino ad Ischia assume in questo contesto una connotazione quanto mai contro corrente, poiché progetta ambiente, non costruzioni; esalta la natura anziché distruggerla; recupera la storia anziché sotterrarla sotto strati di cemento; favorisce il contatto dell'uomo con gli animali piuttosto che alimentare diffidenze; dà la possibilità a tutti di muoversi liberamente eliminando e non creando barriere architettoniche; offre la possibilità di farsi conoscere ai giovani artisti invece che accodarsi nell'esaltazione dei ‘grandi'; sostiene i sacrifici di chi ancora lavora la terra anziché rivolgersi al mercato globale; promuove l'originalità delle produzioni artigianali locali, non crede nelle imitazioni; dà spazio ai musicisti locali.